Viaggio a Montségur

Un percorso iniziatico personale alla conoscenza di sé,
avendo come guida i Catari e la loro missione

di Giuseppina Rosa Costa

La struttura letteraria consiste nella narrazione del diario personale collocato in un tempo preciso: dall’aprile 1998 al dicembre 1999, all’interno del quale si susseguono eventi, incontri, acquisizioni di conoscenze che, a loro volta, generano riflessioni, intuizioni, riconoscimenti che riconnettono a vite passate, sia personali che della storia umana in generale. Particolarmente denso di simbolismo e significato quel biennio, dato che già Rudolf Steiner, fondatore dell’Antroposofia, morto nel 1926, in una sua conferenza ebbe a dire che gli anni ’98-99 sarebbero stati un punto cruciale per l’Umanità del terzo millennio, in quanto si sarebbero scontrate forze spirituali opposte. Una vuole che l’uomo acceda ad un livello superiore di consapevolezza, maturando il proprio SE’, cioè la propria individualità; l’altra invece opera affinchè gli esseri umani continuino ad essere intrappolati nell’IO di gruppo come gli animali. Il libro, nelle sue variegate forme espressive, ha come filo conduttore questo tema.
I Catari, popolo martire vissuto nel Sud della Francia e nel Lombardo-Veneto dal 1150 al 1350 circa, considerato eretico dalla Chiesa di Roma e sterminato dall’Inquisizione, che fu istituita proprio per quello scopo, nella loro dottrina e nel loro modello sociale, sono stati i prodromi, i precursori della civiltà europea, i veri oppositori del “signore di questo mondo”, ovvero del POTERE, inteso come DOMINIO in tutte le sue manifestazioni. Estirpati fisicamente dalla faccia della Terra, la loro Energia Spirituale e la loro concezione cristica della VITA sul pianeta, dopo secoli di oscuramento e oblio sono riemerse.
Ovviamente, al di là della condivisione storica ufficiale, come sempre scritta dai vincitori, essendo stata per me un’esperienza dell’anima, ho dato la mia interpretazione personale mediata dalla cultura e dalla forma mentis che ho acquisito nel corso di questa incarnazione.
Avendo anche vissuto in quel biennio e oltre un’esperienza di psicoterapia, il libro potrebbe anche proporsi come una guida, un esempio di conoscenza e di trasformazione di sé, imparando a cogliere il significato evolutivo di tutto ciò che va a comporre la nostra biografia personale.

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L'autrice

Giuseppina Rosa Costa

GIUSEPPINA ROSA COSTA è nata nel 1942 a Sesto San Giovanni (Milano), città medaglia d’oro della Resistenza; figlia unica di una coppia autoctona di operai antifascisti, socialisti e contro la guerra. A causa della malattia, della disoccupazione e della successiva morte del padre, appena terminata la scuola media dell’obbligo, ha dovuto mettersi a lavorare, ovvero a fare piccoli lavori estemporanei per rimediare qualche liretta che le permettesse almeno di pagarsi un corso di stenodattilografia, in previsione di trovare un impiego decente appena fosse entrata in possesso del libretto di lavoro a 15 anni. Come prima occupazione ha fatto la commessa in un negozio di cappelli e ombrelli, poi a 16, appena dopo la morte del padre, ha iniziato la sua carriera di impiegata generica e, contemporaneamente quella di lavoratore studente alle scuole serali che, fino agli anni ’70 del novecento erano tutte private e anche costose. Dapprima ha conseguito un diploma di Segretaria d’azienda di un corso triennale; successivamente, con degli esami di idoneità è approdata all’Istituto tecnico commerciale, dove si è diplomata ragioniera nel 1965. Nel 1967, appena istituito l’Istituto Superiore di Scienze Sociali di Trento, al quale si poteva accedere con qualunque diploma di scuola media superiore, si era iscritta, sempre da lavoratore studente, cioè in pratica, di massima, vi andava solo a dare gli esami e si è laureata in Sociologia ad indirizzo sociologico nel 1971. Dai primi anni ’60 e fino al luglio del 1971 non ha mai fatto una vacanza perché tutti i giorni di ferie o di permessi erano, gioco forza, impiegati per studiare, recuperare, dare esami, preparare tesi.
Dal punto di vista lavorativo, ha lavorato 4 anni nel settore privato, poi nel settore pubblico come applicata di segreteria in istituti d’istruzione superiore; da ragioniera come segretaria economa; da laureata, sempre nello stesso Ente, ha svolto un’esperienza collaborativa con le strutture e le équipe psichiatriche per 7 anni, poi nella organizzazione dei servizi sociali territoriali agli albori del Piano Sanitario Nazionale, legge 833 del 1978.
Nel 1983, a causa di una grave malattia, ha lasciato la professione e si è trasferita a vivere in Abruzzo, dando vita ad una piccola azienda agricola condotta con il metodo biodinamico di Rudolf Steiner; ritornata dopo molti anni nella sua città natale, si è dedicata allo studio di varie scuole di pensiero spirituali, alla pratica di terapie olistiche ed energetiche; è Master Reiki e biopranoterapeuta diplomata.
Sul suo sito internet AlbaRosa scrive racconti di esperienze personali, saggi, poesie in dialetto milanese con versione italiana, improntati ad argomenti storici, filosofici e spirituali.

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