Chi è Giuseppina Rosa Costa

GIUSEPPINA ROSA COSTA è nata nel 1942 a Sesto San Giovanni (Milano), città medaglia d’oro della Resistenza; figlia unica di una coppia autoctona di operai antifascisti, socialisti e contro la guerra. A causa della malattia, della disoccupazione e della successiva morte del padre, appena terminata la scuola media dell’obbligo, ha dovuto mettersi a lavorare, ovvero a fare piccoli lavori estemporanei per rimediare qualche liretta che le permettesse almeno di pagarsi un corso di stenodattilografia, in previsione di trovare un impiego decente appena fosse entrata in possesso del libretto di lavoro a 15 anni. Come prima occupazione ha fatto la commessa in un negozio di cappelli e ombrelli, poi a 16, appena dopo la morte del padre, ha iniziato la sua carriera di impiegata generica e, contemporaneamente quella di lavoratore studente alle scuole serali che, fino agli anni ’70 del novecento erano tutte private e anche costose. Dapprima ha conseguito un diploma di Segretaria d’azienda di un corso triennale; successivamente, con degli esami di idoneità è approdata all’Istituto tecnico commerciale, dove si è diplomata ragioniera nel 1965. Nel 1967, appena istituito l’Istituto Superiore di Scienze Sociali di Trento, al quale si poteva accedere con qualunque diploma di scuola media superiore, si era iscritta, sempre da lavoratore studente, cioè in pratica, di massima, vi andava solo a dare gli esami e si è laureata in Sociologia ad indirizzo sociologico nel 1971. Dai primi anni ’60 e fino al luglio del 1971 non ha mai fatto una vacanza perché tutti i giorni di ferie o di permessi erano, gioco forza, impiegati per studiare, recuperare, dare esami, preparare tesi.
Dal punto di vista lavorativo, ha lavorato 4 anni nel settore privato, poi nel settore pubblico come applicata di segreteria in istituti d’istruzione superiore; da ragioniera come segretaria economa; da laureata, sempre nello stesso Ente, ha svolto un’esperienza collaborativa con le strutture e le équipe psichiatriche per 7 anni, poi nella organizzazione dei servizi sociali territoriali agli albori del Piano Sanitario Nazionale, legge 833 del 1978.
Nel 1983, a causa di una grave malattia, ha lasciato la professione e si è trasferita a vivere in Abruzzo, dando vita ad una piccola azienda agricola condotta con il metodo biodinamico di Rudolf Steiner; ritornata dopo molti anni nella sua città natale, si è dedicata allo studio di varie scuole di pensiero spirituali, alla pratica di terapie olistiche ed energetiche; è Master Reiki e biopranoterapeuta diplomata.
Sul suo sito internet AlbaRosa scrive racconti di esperienze personali, saggi, poesie in dialetto milanese con versione italiana, improntati ad argomenti storici, filosofici e spirituali.


 

Cara Giuseppina, raccontaci un po' più di te... +
Io sono nata combattente, mio malgrado. Leone ascendente Scorpione, i due segni più forti dello zodiaco, ma in contrapposizione, per cui movimento nella mia vita ne hanno portato eccome! La tradizione popolare e le religioni dicono che ognuno di noi è sottoposto a prove che, per quanto difficili, può superare sviluppando forza, volontà di vivere, pensieri positivi, cambiando se stessi e le proprie energie. Ebbene, voglio condividere questa esperienza di morte-rinascita simbolica che ho vissuto intensamente all’età di 40 anni. Come fulmine a ciel sereno, mi fu diagnosticato dall’Istituto dei tumori di Milano, in base alla sintomatologia ed agli accertamenti diagnostici, un tumore al pancreas, che è uno dei peggiori in assoluto e che, generalmente non perdona. Mi fu proposta una biopsia che avevo rifiutato perché qualche medico alternativo, che già cominciava ad essere conosciuto nei primi anni ’80, me l’aveva sconsigliata in quanto avrebbe favorito la proliferazione delle metastasi. E fu in quel periodo che conobbi l’iridologia, la medicina naturale, l’alimentazione come farmacopea naturale. Pur avendo mille dubbi e ripensamenti, sentivo fortemente il desiderio, anzi il bisogno di andare a vivere, in attesa della morte, in campagna, nelle braccia della Natura. In quattro e quattr’otto, mio marito ed io, lasciata professione, abitazione, famiglie ed amici, avevamo fatto il classico salto nel buio, acquistando, per un arcano disegno del destino, una vecchia casa colonica, subito abitabile, con qualche ettaro di terreno in un paese dell’Abruzzo, in provincia di Chieti, che fino a qualche mese prima non avevamo neanche sentito nominare. Io sono nata cittadina e di terra non sapevo niente; mio marito invece proviene da una famiglia contadina del Friuli e la zappa da giovane l’aveva conosciuta. I primi due anni sono stati veramente difficili da tutti i punti di vista, ma già l’aver cambiato ambiente mi aveva ridato speranza, e anche serenità nell’accettazione di quello che sarebbe stato. Per 11 anni abbiamo vissuto in una casa isolata, sopra un colle, a 4 chilometri dal paese. Mio marito aveva trovato un lavoro part-time di 3 giorni alla settimana lontano da casa, sicchè io trascorrevo intere giornate attorniata solo da cani, gatti e galline, a lavorare e trasformare i prodotti dell’orto e del campo, come un rituale sacro, nell’azione di cura di me stessa, della terra e della valorizzazione dei frutti che ci dava. La Natura mi ha guarito, mi ha purificato nelle energie sottili, tutto il mio sistema energetico di pensieri, ideali e credenze è cambiato, così che ho potuto incontrare e fare mia un’altra visione della vita umana sulla Terra, non più solo materialistica, ma multidimensionale e spirituale. E poi è una bella gratificazione e una bella ricompensa raccontare la storia ancora da protagonista a 35 anni di distanza!

Cosa rappresenta per te il tuo libro? +
Ogni libro ha una sua ragion d’essere, un input che l’ha spinto a nascere, anche se non sempre l’autore ne è pienamente cosciente. Premetto che io scrivo essenzialmente per me stessa in quanto la scrittura creativa la vivo come un lavoro di autoanalisi. Così è stato anche per UNO SGUARDO OLTRE IL VELO: un bisogno di riannodare i fili con le mie capacità critiche e di sintesi, di rimettere piede, in qualche modo, nella “materialità”, a cui avevo voltato le spalle da anni, per invece reinterpretarla alla luce di una multiculturalità e multidimensionalità che, al di là dei miliardi di parole da ogni dove, mi consentissero almeno il tentativo di comprendere a fondo e maturare una mia propria idea su ciò che mi circonda. Secondo la fisica gnostica, di captare e collegarmi con forme pensiero altre, rispetto a quelle dominanti che avvolgono il pianeta e che svuotano gli esseri umani delle loro potenzialità evolutive. La miccia si è accesa un giorno in cui un ragazzo, mio giovane parente, conoscendo il mio curriculum scolastico, mi aveva chiesto spiegazioni dettagliate, precise e convincenti sul sistema bancario, sulla crisi economica, sul Nuovo Ordine Mondiale, sui derivati, su quali possibilità di lavoro, anzi di vita avrebbe avuto lui dopo l’Università e via via… Caspita, mi ero resa conto, di colpo, che anch’io facevo parte della stragrande maggioranza della popolazione, non silenziosa, ma eccessivamente ciarliera, che ripeteva pappagallescamente il sentito dire, il propagandato dal mainstream, dal pensiero unico che, senza accorgermi, avevo iniziato ad interiorizzare. È stata una scossa: un Leone ascendente Scorpione non può tollerare di essere manipolato, devitalizzato e così, come si dice, mi sono “messa sotto” con impegno intellettuale ed anche con spirito di testimonianza e di servizio verso le generazioni di giovani, di quanti di loro sono interessati e decisi a riprendersi in mano il loro destino. Certo, non sono partita da Adamo ed Eva, ma dalla fine della seconda guerra mondiale ad oggi; praticamente l’arco della mia vita, essendo nata nel 1942.

Quali sono le cose a te più care? +
Alla mia età, volenti o nolenti, consapevoli o meno, non contano più tanto i preventivi di vita, quanto piuttosto i consuntivi, per parlare come una ragioniera ed io, del mio, sono contenta. Ho vissuto con passione il mio tempo, le relazioni affettive familiari, tormentate con i miei genitori, amorevoli e di profonda intesa con mio marito Fulvio con cui vivo da 40 anni. Non ho avuto figli, pur desiderandoli, ma non ho mai particolarmente sofferto per questo; la maternità fisica molto probabilmente non era stata prevista nel mio piano di vita di questa incarnazione, così come insegnano alcune scuole spirituali. Infatti ho riversato la mia affettività, il mio maternage sui miei adorati figli non umani, cani e gatti che sono entrati nella mia vita con Fulvio e dato ad essa una pienezza ed una corresponsione che mi hanno connessa ad ogni essere vivente, alla Vita stessa della Terra e dell’Universo. Sono nata proletaria e non ho mai rinnegato le mie origini, anzi sono loro grata per avermi consentito di maturare con esempi ed esperienze di grande spessore umano e sociale. Pur essendo stata poverissima, non ho mai amato il denaro e meno che mai il lusso, lo spreco, lo sfruttamento dell’uomo sull’uomo, oggi più che mai dominante.
Sono una persona semplice, vivo modestamente e, grazie a dio, non mi manca il necessario. Negli ultimi anni, scrivendo il libro “VIAGGIO A MONTSEGUR” – un percorso iniziatico personale alla conoscenza di sé, avendo come guida i Catari e la loro missione – ho avuto la rivelazione, dal profondo della mia anima, di essere una Catara che si è reincarnata in questo periodo storico per riportare alla luce l’insegnamento spirituale di questo popolo cristiano, sterminato sui roghi dall’Inquisizione della Chiesa di Roma fra il 1200 e il 1350 circa nel Sud della Francia e nel Lombardo-Veneto in Italia, affinchè sia la base spirituale fondante della rinascita della civiltà europea, dopo che il più grande disordine sarà stato necessario per purificare e riportare ad un nuovo inizio.

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